Speciale Economia Corriere Romagna. Innovazione: Romagna Tech vicina alle aziende

Speciale Economia Corriere Romagna. Innovazione: Romagna Tech vicina alle aziende

“È PROPRIO IN QUESTA FASE DI DIFFICOLTA’ CHE VANNO AFFIANCATE LE IMPRESE”

Enrico Sangiorgi, presidente di Romagna Tech, spiega come superare meglio l’emergenza. “La discontinuità è terreno di innovazione: consente di reagire e avere delle opportunità”

Intervista di Sofia Ferranti

Enrico Sangiorgi, Presidente di Romagna Tech

L’emergenza Covid-19 ha messo a dura prova l’economia, ora tutti i settori stanno lentamente ripartendo con nuove regole e nuovi modi di lavorare. In questo frangente innovazione e tecnologia sono due carte ancora più decisive da giocare per uscire dalla crisi. Ce ne parla il presidente di Romagna Tech, nonché prorettore dell’Università di Bologna e presidente del Ceub di Bertinoro, Enrico Sangiorgi.

Secondo lei innovazione, digitalizzazione e sharing economy che ruolo stanno giocando in questa fase di emergenza?

«L’innovazione diventa tanto più importante quanti più momenti di rottura ci sono, quanti più cambiamenti, se nulla cambia non c’è bisogno di innovazione. La discontinuità è terreno di innovazione, perché solo adattandosi si può reagire e avere delle opportunità. Il sistema reagirà ai cambiamenti proprio con l’innovazione, chi saprà dire quale sono i nuovi traguardi si troverà meglio nel mondo del dopo. Questo è vero per tutti, in ogni settore; occorre capire che asset ha ciascuno per giocare un ruolo nel futuro. Questo è il mestiere di Romagna Tech, noi siamo lì per quello».

Quali sono le realtà economiche che hanno bisogno più di altre di investire in innovazione per adeguarsi al cambiamento?

«Ci sono degli elementi di contesto che meritano attenzione nel nostro tessuto socio-economico, dominato mediamente da aziende medio piccole. Noi lavoriamo per lo più per queste aziende medio piccole, perché per loro ci sono sfide im portanti in questa discontinuità. Essendo piccole sono più agili, però rischiano di rimanere isolate se non reagiscono subito alla situazione. Possono restare improvvisamente fuori dal mercato, perché non hanno massa critica e possibilità di reagire in tempi brevi».

All’interno di Romagna Tech anche voi avete cambiato modo di lavorare?

Come consorzio, abbiamo continuato sempre a lavorare in questo periodo di Covid-19, facciamo parte delle attività comprese nel codice Ateco che poteva farlo. Abbiamo molti progetti nelle varie filiere regionali che sono accesi e che stiamo portando avanti. Da noi il lavoro da remoto è molto utilizzato, lo abbiamo implementato in maniera quasi totale; la maggioranza del nostro personale lavora da casa, partecipa a videoconferenze. La tecnologia è sicuramente uno strumento importante in questo momento, però vale anche quello che dico ai miei studenti: speriamo di tornare presto ad una situazione dove ci si possa muovere e avere contatti sociali, davvero indispensabili. Una pandemia non dura per sempre, il problema è quanto dura, ma finirà, e i rapporti umani si ristabiliranno. È ovvio, però, che il mondo del dopo sarà diverso da quello di prima. Questo “guasto” che si è creato, secondo me, lascerà una cicatrice e la società del futuro starà attenta ad evitare altre situazioni del genere».

Come muoversi allora per gestire il cambiamento nel modo migliore?

«Le aziende medio piccole non possono aspettare 3-4 anni per cambiare business, quindi noi riteniamo che sia proprio questo il momento di essere a fianco delle impese, perché possano gestire il cambiamento. Ora c’è la consapevolezza della potenza di certe metodologie, del loro valore. Prendere decisioni con riunioni a distanza era possibile farlo da anni, ora le fanno tutti e nessuno si lamenta. Certo, non è detto che tutto debba restare così anche dopo, ma ci sono metodologie e strumenti che possono essere utilizzati di più. Possiamo risparmiare moltissimi sforzi e avere amministrazioni che funzionano meglio senza grandi investimenti. Le persone che riescono a gestire il cambiamento e a imparare cose nuove sono più soddisfatte. È un progresso anche personale».

Quali tipi di aziende affiancate nel nostro territorio?

«La Regione è attenta a fornire aiuti per innovazione e tecnologia, noi abbiamo vinto diversi bandi regionali per aiuti alle piccole e medie aziende. Si tratta di aziende di settori diversi con buona prevalenza di meccanico, elettronico, manifatturiero, meccatronica e filiera dell’agroindustriale. Facciamo con loro progetti di ricerca e innovazione rispondendo ai bisogni delle aziende che ci chiede di sviluppare nuove macchine o linee nuove di business. Lavoriamo su più fronti e su tre livelli: Open innovation a Casa Bufalini, con iniziative di coinvolgimento di studenti e giovani laureati per avvicinarli alla tecnologia e alla possibilità di pensare ad un futuro imprenditoriale; start up Incubatore per imprese realizzate, che aiutiamo a crescere e infine attività progettuale con aziende consolidate con cui facciamo progetti (consulenza scientifica e tecnologica)».

 

 

ROMAGNA TECH IN PILLOLE 

L’incubatore Torricelli di Faenza, gestito da Romagna Tech

Romagna Tech è una società consortile a maggioranza privata e senza scopo di lucro, nata per affiancare imprese e territorio nella generazione di percorsi di innovazione. È espressione di associazioni di categoria, enti pubblici e imprese della Romagna, con un socio di maggioranza relativa, la Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì. Accreditata nell’ecosistema regionale della Rete Alta Tecnologia, opera lungo tutta la “filiera dell’innovazione”: agisce, infatti, da stimolo sul territorio con iniziative di sensibilizzazione e approfondimento; intercetta i bisogni delle imprese, a cui risponde attraverso la progettazione e lo sviluppo di soluzioni tecnologiche avanzate; fornisce assistenza alle startup tramite la concessione di spazi di incubazione e l’erogazione di servizi specialistici. Composta da un team di 16 persone con competenze interdisciplinari – dall’ingegneria meccanica, elettronica e informatica al settore economico-sociale -, Romagna Tech lavora sia su commesse provenienti dalle imprese sia su progetti finanziati da enti pubblici, per un totale di circa 50 progetti all’anno e un fatturato medio di 1,5 milioni di euro.

 

 

DA UN BISOGNO ALLA SOLUZIONE: IL PERCORSO DI PIERI SRL

Avvolgitore ad anello con apparato di rilevazione della corretta posizione del pallet

Danica Pieri è l’Amministratore Unico di Pieri srl, un’azienda di Cesena leader nella produzione di macchine per l’imballaggio. L’azienda Pieri è socia di Romagna Tech da un anno, come naturale conseguenza di un’attività di lavoro congiunto che ha portato ad interessanti risultati.

Danica, come è stato l’approccio della vostra azienda con Romagna Tech?

«Per innovare un prodotto o processo produttivo, il primo passaggio è sicuramente quello di capire bene il bisogno reale. La capacità di Romagna Tech di comprendere a fondo i termini della questione è stata fondamentale, per non farci disperdere energie in progettualità sovradimensionate e, quindi, delimitare e modulare l’intervento. Un altro aspetto interessante della metodologia seguita è di cercare sempre, in prima battuta, soluzioni già disponibili nel settore di riferimento o da adattare e mutuare da settori diversi, attraverso scouting precisi a livello di tecnologie, strumenti, etc. Se non esiste già nulla di adatto, allora si passa a progettare e sviluppare qualcosa di nuovo».

A questo punto, cosa succede?

«Si prosegue allora ipotizzando vari scenari di sviluppo, sempre condivisi con l’azienda, e si individua il percorso da seguire. In questa fase Romagna Tech mette in campo competenze specialistiche, tipiche del settore ingegneristico, in grado di sviluppare le attività tecniche concordate, ma fornisce anche un interessante supporto nell’individuare e gestire opportunità di cofinanziamento dell’attività di innovazione. Nel nostro caso, ad esempio, ci ha aiutato ad ottenere alcuni contributi per attività diverse legate allo sviluppo dei nostri macchinari».

Secondo te, quali aree di intervento potrebbero essere potenziate?

«In un’ottica global service, si potrebbero aggiungere servizi di contorno al tema dell’innovazione: penso, ad esempio, all’assistenza nel gestire il credito di imposta per attività di ricerca e sviluppo. In realtà, mi rendo conto che l’importante è fare bene quello per cui si è nati».

 

 

UN PUNTO D’INCONTRO PER LE STARTUP DEL TERRITORIO

Guglielmo Giacalone Amorelli e Niccolò Le Brun, soci fondatori di Liocreo

Guglielmo Giacalone Amorelli è l’AD di Liocreo, una giovanissima startup innovativa che si occupa di tecnologie di crio-essicazione con sede nell’Incubatore Torricelli di Faenza. Guglielmo è entrato in contatto con Romagna Tech attraverso il passaparola: gli hanno parlato di questa società consortile come di una realtà di riferimento con le competenze utili per lo sviluppo della sua startup, e contattarla è stato un attimo. “Ci siamo incontrati alcune volte – racconta Guglielmo – per presentare la nostra realtà e approfondire gli ambiti in cui ritenevamo utile un supporto da parte di una struttura che conosce bene le dinamiche, le specificità e le difficoltà di una startup innovativa. Questo percorso di conoscenza reciproca ci è servito molto: abbiamo capito cosa avrebbe potuto offrirci Romagna Tech. Abbiamo apprezzato molto che il team non si sia presentato come un gruppo di ‘tuttologi’, ma che faccia leva, invece, su un network di competenze diversificate di alto valore, per dare una risposta il più possibile completa”.

Come vi sta aiutando Romagna Tech?

«Nell’incubatore Torricelli abbiamo trovato spazi non facilmente reperibili sul mercato: per una startup che produce impianti è, infatti, necessario poter disporre di ambienti ampi e attrezzati, per ospitare prototipi e unità produttive pilota. Location a parte, ora stiamo beneficiando anche di una serie di servizi per noi fondamentali: supporto nella presentazione di progetti per ricevere contributi, opportunità di partecipazione ad iniziative di networking con investitori, imprese e altri soggetti di potenziale interesse. Inoltre, la componente tecnologica di Romagna Tech ci sta affiancando per finalizzare alcuni aspetti della nostra tecnologia».

Ci sono ambiti che, secondo voi, potrebbero essere migliorati?

«Forse Romagna Tech potrebbe offrire anche altri servizi di cui una startup ha molto bisogno, ad esempio un supporto sui temi del marketing e della comunicazione».

 

CORRIERE ROMAGNA – Speciale Economia (20 maggio 2020)